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Adolescenti e vite online

La generazione degli adolescenti di oggi è quella dei cosiddetti nativi digitali.

Una generazione che abita un mondo sempre più multietnico in cui i confini di sé appaiono progressivamente sempre meno definiti.

Basti pensare alla fluidità dell’identità di genere, alla distinzione sempre meno netta tra realtà virtuale, realtà aumentata e mondo reale.

Per gli adolescenti di oggi non esiste differenza tra essere online o offline.

Luciano Floridi, filosofo italiano e professore di Filosofia e Etica dell’informazione all’Università di Oxford, ha coniato il termine onlife, neologismo nato appunto dalla combinazione di “online” e Life (vita), per descrivere proprio questa condizione sociologica e ontologica in cui la vita è in continua connessione.

Siamo tutti immersi in una infosfera alla quale dedichiamo molto del nostro tempo e che può influenzare le nostre scelte.

Navigando in internet lasciamo continue tracce di noi.

Di quello che siamo, ma anche di quello che potremmo essere.

Così Amazon o Netflix ci suggeriscono il prossimo acquisto o il prossimo film sulla base delle preferenze già espresse.

Lo smartphone ci suggerisce il tempo del sonno. Diverse app si incaricano di vegliare sulla nostra salute.

Ma l’apparente sicurezza che poggia sul confermare le nostre scelte sembra prevedere poco il nuovo e l’imprevisto. Come sembra lasciare poco spazio alla conflittualità.

Anche il rapporto con l’autorità, infatti, sembra molto diverso rispetto al passato. Le generazioni precedenti erano in eterno conflitto con le regole.

Poter sfidare l’autorità e violare le norme rappresentava una conquista. Oggi invece i ragazzi sembrano molto meno implicati in tutto questo.

Appartengono ad una società che sollecita i loro aspetti narcisistici e che riconosce il loro diritto al piacere.

Crescono, spesso figli unici, in famiglie che li proteggono e li fanno sentire destinati a fare grandi cose.

Sempre connessi, cambia il modo di intendere il tempo e lo spazio. Il mondo appare più facilmente raggiungibile e non si pratica più il tempo dell’attesa.

Le parole d’ordine oggi sono “sempre” e “ovunque”. Basta un click o una telefonata per sentire qualcuno che non possiamo avere accanto.

La rete offre grandi opportunità, come entrare in contatto con community di nicchia che altrimenti sarebbero logisticamente inaccessibili. 

Oppure permette di conoscere persone appartenenti a culture diverse e scoprire nuovi ambiti di interesse. 

Inoltre, consente di informarsi in tempo reale su qualsiasi tema e intraprendere collaborazioni a distanza in un clima internazionale.

Tuttavia, non sempre aiuta a rapportarsi con un mondo fatto anche di frustrazioni, di limiti e di possibili delusioni.

Ne parlo negli articoli Generazione Z e Adolescenti: tra social e grandi ideali.

Si parla di Adolescenza anche nel podcast a Voce dello Psicologo, nato in collaborazione con la dott.sa Prisca Ravazzin e Adolescenzainforma

Qui sotto i due episodi che si focalizzano proprio sul tema dell’adolescenza! Buon Ascolto!