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Teatroterapia

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  • Categoria dell'articolo:PSICOLOGIA E ARTE

Che cos’è la Teatroterapia e quando nasce? 

Fin dall’ antichità, il Teatro è stato considerato un medicamento per lo spirito.

Aristotele definiva la catarsi come il processo di scarica e distacco delle emozioni, conseguente alla partecipazione empatica da parte del pubblico alle vicende degli eroi tragici in scena.

Oggi, c’è la consapevolezza che è necessario oltrepassare la semplice scarica emotiva per giungere a un cambiamento duraturo nella vita di tutti i giorni.

Questo ulteriore salto di qualità viene individuato da alcuni approcci che improntano la relazione d’aiuto a partire dal patrimonio culturale e pedagogico del Teatro. In tale ambito, i due principali modelli teorici sono lo Psicodramma e il Teatroterapia (o Drammaterapia).

Lo Psicodramma nasce come trattamento psicoterapeutico in cui hanno uno spazio fondamentale la verbalizzazione e l’elaborazione dei vissuti dopo la messa in scena.

La Teatroterapia (o Drammaterapia), invece, è focalizzata soprattutto sull’esperienza educativa e psicopedagogica  generata da un allestimento teatrale in sé.

Infatti, appartiene alle Artiterapie, cioè quelle metodologie che pongono la mediazione artistica al centro del processo di cura.  

La preparazione della messa in scena deve essere condotta con particolari criteri, affinché l’azione teatrale generi cambiamento, a prescindere da riflessioni e abilità cognitive dei partecipanti.

Psicodramma e Teatroterapia nascono come modelli separati, mentre nella prassi sono interrelati.

Lo psicoterapeuta si muoverà tra i due modelli come lungo un  continuum, configurando il proprio operato in base all’ utenza e agli obiettivi dell’intervento.

La Drammaterapia deriva dal Teatro Educativo sviluppatosi in Gran Bretagna, Usa e Canada negli anni ‘70. 

I principali autori di riferimento sono Peter Slade, Sue Jenning e Robert Landy.

Ad oggi, in Italia la Teatroterapia rientra tra le professioni non organizzate in ordini e collegi ed è regolamentata dalla legge 4/2013.

E’ evidente che uno psicoterapeuta potrà utilizzare questa metodologia abbinandola a tutta la sua capacità di leggere i segnali non verbali.

La Drammaterapia utilizza molti più oggetti scenici rispetto allo Psicodramma e non prevede verbalizzazioni a seguito della esperienza, se non poche frasi per fissare simbolicamente i vissuti, poiché il suo svolgersi è di per sé ritenuto trasformativo.

L’arte, infatti, comunica esperienze e sentimenti anche senza l’uso di parole e l’esperienza teatrale, se opportunamente condotta, consente una evoluzione interiore, a prescindere dalle proprie capacità di verbalizzare i vissuti.

In Teatroterapia, la maschera (o il personaggio) non è più qualcosa che nasconde il soggetto ma è uno strumento per rivelare aspetti latenti dell’attore.

Essa autorizza la persona a mettere in gioco lati di sé normalmente celati o inibiti.

Contemporaneamente, la presenza di un pubblico che accoglie la rappresentazione costituisce un surrogato dello sguardo attento e accogliente di figure genitoriali assenti o carenti nell’ infanzia o adolescenza.

Ho parlato del ruolo delle tecniche teatrali nelle relazioni d’aiuto negli articoli: