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Psicodramma e Drammaterapia: le differenze

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  • Categoria dell'articolo:PSICOLOGIA E ARTE

Che differenze ci sono tra la Drammaterapia  (o Teatroterapia) e lo Psicodramma?  

Sono entrambi metodi di relazione d’aiuto, che utilizzano elementi nati in seno all’Arte drammatica. 

Negli articoli Cos’è lo Psicodramma e Il valore del gioco teatrale ho descritto come le tecniche teatrali possono essere curative.

La differenza tra le due metodologie è che la Drammaterapia è una forma di Arteterapia, ovvero utilizza essenzialmente il mezzo artistico per veicolare il cambiamento, senza necessitare di cospicue verbalizzazioni. 

Nello specifico prevede uno spettacolo teatrale, un copione, delle prove, oggetti e costumi tipici del paradigma artistico.

Si lavora sempre indirettamente sui vissuti personali dei partecipanti, perché la produzione artistica è in primo piano, sebbene ciò che conta è più il percorso umano che la resa finale (che non ambisce a livelli professionistici). 

Il focus non è fisso sul protagonista ma fluttua sui diversi partecipanti-attori.

Lo Psicodramma, invece, lavora su situazioni spontanee e scene biograficamente rilevanti per i partecipanti, focalizzando la propria attenzione su un protagonista, a cui gli altri membri del gruppo prestano il proprio intervento come io-ausiliari

Al termine della messa in scena segue sempre una fase di feedback tra i partecipanti tramite verbalizzazione.  

Nello Psicodramma il pubblico è costituito esclusivamente dai membri del gruppo che non intervengono direttamente come attori, mentre nella Drammaterapia è formato da persone esterne invitate a fruire della performance finale.

Lo Psicodramma nasce in ambiente psicoterapico mentre la Drammaterapia in quello del Teatro Educativo ma entrambi i modelli trovano applicazione (con i dovuti adattamenti) anche in settori non terapeutici.  

Ne sono esempi: 

  • la crescita personale
  • la formazione
  • l’educazione
  • l’espressività
  • la consapevolezza di sé
  • l’autostima
  • l’assertività.

Tra i due approcci esiste un continuum di sfumature e contaminazioni, come nel caso del Playback Theater, nato in America negli anni ’70. 

Esso prevede la messa in scena da parte di attori professionisti di storie o situazioni personali liberamente proposte dal pubblico (magari con l’aiuto di un agevolatore esperto di comunicazione, che colga gli aspetti salienti dell’evento narrato).  

Lo scopo è consentire alle persone di vedersi da un punto di vista esterno e maturare nuove consapevolezze.

Ho parlato del ruolo delle tecniche teatrali nelle relazioni d’aiuto negli articoli: