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5 passi di consapevolezza

Esistono 5 passi di consapevolezza per incrementare il proprio benessere bio-psico-sociale. In questo articolo vedremo quali sono.

All’inizio del ciclo di colloqui, paziente e terapeuta condividono le ipotesi su ciò che sarà possibile ottenere. Ciò permetterà ad entrambi di misurare il proprio progresso rispetto ad aspettative realistiche.

“Questa comunicazione dà il via a un processo di elaborazione del lutto nel paziente, che inevitabilmente è venuto in terapia con alcune speranze infantili di trasformazioni magiche” (McWilliams, 1999).

Il terapeuta, grazie alla sua empatia e alla sua capacità di supportare (holding) il paziente, gli renderà possibile nominare aspetti molto dolorosi della sua realtà, rimasti innominabili o impensabili. Questo profondo processo di cambiamento gli permetterà di instaurare relazioni migliori e più autentiche con se stesso e con gli altri.

R. Benini (2010), individua cinque passi per aumentare la consapevolezza di sé e superare comportamenti disadattivi o disfunzionali.

  1. Primo passo (dove sono?): accettare la condizione umana, per entrare realmente nella vita.
    Ogni esistenza è segnata da incertezza e precarietà (finitudine). È necessario immergersi in ciò che c’è, nel qui e ora. “L’unico modo per dare significato alla vita non è cercare risposte impossibili ma riuscire a viverla pienamente e profondamente.” (Benini, 2010).

  2. Secondo passo (come sono?): prendere consapevolezza delle tre menti e delle relative richieste e risorse. Il paziente potrà sentirsi sempre più integrato, intessendo un fruttuoso dialogo tra le parti di sé, .

  3. Terzo passo (di cosa ho bisogno ora?): riconoscere e soddisfare i bisogni avanzati da ciascuna delle tre menti.
    La mente biologica presenta bisogni di auto-conservazione, la mente psicologica di autodeterminazione o conoscenza di sé e la mente sociale di relazione.

  4. Quarto passo (di cosa ho paura?): Non scappare di fronte alle angosce esistenziali.
    Per entrare completamente nella vita, l’uomo deve fare i conti con le proprie angosce: esse sono l’espressione delle frustrazioni e dei traumi a carico di ogni singola mente.
    Riuscire a riconoscere le origini delle proprie angosce, tollerarne la presenza aumenta la libertà interiore, perché consente di fare meno ricorso a meccanismi di difesa che alterano la percezione di sé o della realtà (generando risposte disadattive o disfunzionali).

  5. Quinto passo(dove voglio andare?): più il soggetto è cosciente di sé più aumenta la sua libertà interiore e può perseguire equilibri autenticamente soddisfacenti.

A conclusione di questo excursus sugli obiettivi terapeutici, è interessante citare Kernberg, secondo il quale:

“Il concetto di cambiamento strutturale intrapsichico riflette, in senso lato, l’obiettivo psicoanalitico di ottenere non solo un solido miglioramento dei sintomi dei tratti patologici del carattere, ma una ristrutturazione profonda della vita emozionale, la capacità di riflettere su se stessi e di conoscersi per crescere emotivamente e tradurre tale crescita in relazioni oggettuali soddisfacenti e in un lavoro efficace” (Kernberg, 1999).

Il concetto di benessere psicologico è strettamente connesso a quello di salute. Nell’articolo Cosa si intende per salute? ho condiviso alcune considerazioni al riguardo.